Prima nazionale – 20 gennaio ore 16,30 Milano Teatro Cooperativa “Una generazione scomparsa. I mondiali di Argentina del 1978” di Daniele Biacchessi e Giulio Peranzoni
20 gennaio ore 16,30
Milano, Teatro della Cooperativa
In prima nazionale
Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento dei posti
ANPI Niguarda anpiniguarda@gmail.com
UNA GENERAZIONE SCOMPARSA
I mondiali in Argentina del 1978
Un libro di Daniele Biacchessi
Un film di Daniele Biacchessi e Giulio Peranzoni
UNA GENERAZIONE SCOMPARSA
DICONO GLI AUTORI
“Questo film è stato realizzato grazie al finanziamento di centinaia e centinaia di persone attraverso una straordinaria campagna di crowdfunding sulla piattaforma Becrowdy e successivamente in forma diretta. Dopo l’uscita del libro con il film in dvd in tutte le librerie italiane, è in corso il lungo tour di proiezioni in Italia e nel mondo. Il 30 novembre 2017 abbiamo iniziato il viaggio da un luogo simbolico, dal carcere di Massa. A Vigevano, il 6 dicembre 2017, abbiamo proiettato il film al Cinema Teatro Odeon, un luogo di resistenza culturale che lavora sul cinema di qualità. E lo abbiamo fatto con un pubblico a cui teniamo molto: i ragazzi delle scuole. Il 23 dicembre 2017, al circolo Zilleri di Capranica, in provincia di Viterbo, abbiamo privilegiato una realtà culturale del mondo Arci. Dal 20 gennaio 2018, inizia invece il grande tour di proiezioni e presentazioni che ci porterà a Parigi, in Lussemburgo e in Argentina, oltre che in numerose città del nostro paese. Il 20 gennaio abbiamo scelto di presentare il film al teatro della Cooperativa di Milano, una grande eccellenza del teatro di narrazione in Italia. Nella sceneggiatura vengono raccontate le storie di oltre 30mila argentini reclusi in 350 centri di detenzione clandestini, torturati e fatti sparire dopo essere stati lanciati da aerei a 2mila metri di distanza. La pellicola è realizzata con l’ausilio delle tecniche di illustrazione LDP. E’ un film di memoria viva e di grande emozione”
Daniele Biacchessi – Giulio Peranzoni
UNA GENERAZIONE SCOMPARSA
LE PRIME DATE DEL TOUR
20 gennaio Milano Teatro della Cooperativa prima nazionale del film
21 gennaio Giulianova Circolo “Il nome della Rosa”
25 gennaio Genova Circolo Rifo Bianchini
27 gennaio Parigi all’Università e nella sede dell’Anpi
1 febbraio Centro sociale Camilo Cienfuegos Campi Bisenzio proiezione
8 febbraio Milano Seicentro proiezione del Circolo Metromondo
16 febbraio Sestri Levante Baia del silenzio
25 febbraio Milano Circolo dell’Ortica
9 marzo Lussemburgo Circolo Curiel
12 marzo San Giuliano Milanese circolo Rifo
21 marzo Bologna Sala del Quartiere Santo Stefano
22 marzo Certosa di Pavia biblioteca
8 aprile Rolo (Reggio Emilia) Rassegna “Percorso della memoria”
13 aprile Cassano d’Adda biblioteca
UNA GENERAZIONE SCOMPARSA
LA TRAMA
25 giugno 1978. Estadio Monumental di Buenos Aires. Argentina-Olanda, finale dei mondiali di calcio in Argentina. In tribuna d’onore dominano sovrani il dittatore argentino Jorge Videla e tutti i membri della giunta militare, al potere dalla notte del 24 marzo 1976. Accanto a loro, quasi nascosto dai riflettori dello stadio, c’è un signore italiano ancora sconosciuto: Licio Gelli, il Venerabile della loggia massonica P2, Propaganda 2. La gara è fin da subito caratterizzata dall’estremo agonismo, dal gioco frammentario e a tratti violento, dall’acceso tifo del pubblico argentino che prima della gara lancia migliaia di papelitos, i coriandoli bianchi che cospargono i bordi del campo e in parte anche l’area delle porte. L’arbitro è l’italiano Sergio Gonella. Il tempo regolamentare finisce 1-1. I supplementari sono forse peggiori dei primi novanta minuti. Gli olandesi, rimaneggiati per l’assenza del loro miglior calciatore Johan Cruijff, contestano l’atteggiamento permissivo di Gonella nei confronti del gioco duro e delle provocazioni degli argentini. La decisiva doppietta di Mario Kempes sancisce l’affermazione dell’Argentina. Al termine della partita, gli olandesi non partecipano alla cerimonia di premiazione, in segno di protesta. La prestigiosa coppa passa dalle mani di Passarella a quelle insanguinate del generale Videla. E la festa esplode in tutto il paese. A soli trecento metri dallo stadio, in Avenida del Libertador 8151, anche gli aguzzini dell’Escuela de Mecanica de la Armada, l’ESMA, uno dei centri di tortura del regime, esultano e abbracciano le loro vittime agonizzanti. Per una sera almeno, dai cieli dell’Argentina, cadono solo coriandoli e festoni, e non corpi di donne e uomini lanciati dagli aerei verso le acque nere dell’oceano. Il giorno dopo riprenderanno puntuali i voli della morte. Tutto tornera’ normale, nell’anormalità dell’Argentina degli orrori.
UNA GENERAZIONE SCOMPARSA
LINE UP
Daniele Biacchessi – Regia
Giulio Peranzoni – Regia e illustrazione Ldp
Daniele Biacchessi – Soggetto e sceneggiatura
Matteo Lasi – editing e montaggio
Gaetano Liguori – musiche composte e realizzate per il film
Massimo Priviero – brano Villa Regina
Daniele Biacchessi – voce narrante
Manuel Ferreira, Stefano Paiusco, Francesco Gerardi, Paola Roccoli– voci recitanti
Monica Zornetta – aiuto sceneggiatura e contenuti social
Tullio Quaianni/ Eros Mauroner/ Giovanni Tagliavini – fotografia
Becrowdy – crowdfunding
Luca Guerri – progetto grafico dvd
Silvio Bardini – distribuzione (banchetti)
UNA GENERAZIONE SCOMPARSA
DICONO DEL LIBRO E FILM
Daniele Biacchessi tra i cento nomi del 2017 secondo Gianni Mura di Repubblica per aver scritto il libro “Una generazione scomparsa” e per l’omonimo film con Giulio Peranzoni per Jaca Book.
“Una generazione scomparsa (libro più film, ed. jaca Book), è dedicato ai mondiali in Argentina del ’78, il calcio che abbiamo visto, gli orrori che non si potevano nemmeno immaginare, i voli della morte e le Madri di Plaza de Mayo, Videla e Licio Gelli in tribuna”
Gianni Mura, La Repubblica
“….Il libro è “Una generazione scomparsa” (ed. Jaca Book). Sottotitolo: “I mondiali in Argentina del 1978”. L’ha scritto Daniele Biacchessi, giornalista di Radio24. Molto documentato, racconta gli orrori della giunta militare, i desaparecidos, la non casuale presenza di Licio Gelli in tribuna d’onore il giorno della finale, la frase di Menotti ai giocatori prima di incontrare l’Olanda: «Non vinciamo per quei figli di puttana, vinciamo per alleviare il dolore del nostro popolo». Storie terribili, per non dimenticare.
Gianni Mura, La Repubblica
“Il libro di Daniele Biacchessi Una generazione scomparsa, ha come fulcro i mondiali in Argentina del 1978. In tribuna d’onore per assistere alla finale Argentina-Olanda ci sono tutti i membri della Junta militare al potere dal 24 marzo del 1976. Accanto a loro, fuori dai riflettori, c’è il Venerabile della loggia massonica P2 Licio Gelli, imprenditore e amico personale dei militari. A poche centinaia di metri dallo stadio di Buenos Aires, è attivo uno dei centri clandestini di tortura, l’Esma, da cui partono i voli della morte. La vittoria per 3 a O della squadra argentina sembra il simbolo della potenza della dittatura. Ma, intanto, è già cominciata la marcia delle Madres de Plaza de Mayo: le donne con il fazzoletto bianco in testa, che riescono a denunciare al mondo la situazione attraverso la televisione olandese. Il volume, a carattere compilativo e articolato in 16 “atti” più uno finale, ricapitola le principali tappe della loro battaglia in un’Argentina trasformata «in un immenso campo di concentramento, non visibile, coperto da occhi indiscreti». Ricorda i delitti del Plan Condor, i paesi coinvolti nel piano criminale a guida Cia per eliminare gli oppositori alle dittature sudamericane di quel periodo. In Argentina, il velo si comincerà a squarciare davvero solo durante i governi kirchneristi, con l’abolizione delle leggi che proteggevano l’impunità, i processi politici e il ritrovamento di molti bambini rubati dai repressori e dati a famiglie compiacenti perché crescessero secondo i codici dei torturatori. Il capitolo conclusivo parla del processo Esma e di quello al Plan Condor, che si sono svolti a Roma per condannare l’uccisione o la scomparsa di cittadini di origine italiana. L’autore chiede allo scrittore cileno Luis Sepulveda – che per pochi mesi ha fatto parte del Gap, il gruppo scelto per difendere il presidente Salvador Allende – come racconterebbe a un giovane quell’esperienza. «Quei giorni, quegli anni – risponde Sepulveda – li ricordo come intensamente felici. Perché essere di posti a dare tutto per una giusta causa, anche se sei molto giovane, è qualcosa che ti offre la migliore ragione per vivere”. Geraldina Colotti, le Monde Diplomatique
“Quella notte del 25 giugno 1978, all’Estadio Monumental di Buenos Aires, Argentina-Olanda finisce 3 a 1. Quella notte la coppa del mondo di calcio passa nelle mani insanguinate di Videla e della sua giunta militare. Quella notte anche gli aguzzini dell’Esma abbracciano le loro vittime. Quella notte l’intero Paese è in festa: dai cieli dell’Argentina non cadono più corpi lanciati dagli aerei verso l’oceano. Ma solo per quella notte. Dalla presa del potere nel ‘ 76 alle torture e i rapimenti, dai desaparecidos alle proteste delle madri di Plaza de Mayo fino all’ombra della P2, con questo libro ( che ora diventerà anche un film, grazie al crowdfunding) Daniele Biacchessi rimette insieme i tasselli dell’Olocausto argentino.”
Gianluca Modolo, “Il mundial di Videla”, La Repubblica
“Uno sterminio di migliaia di civili lucidamente pianificato a tavolino da militari criminali. L’orrore infinito delle vittime negli anni della dittatura argentina, dal 1976 al 1983. Un paese trasformato in enorme campo di concentramento dove studenti, professori, peronisti, sindacalisti vengono eliminati – senza prove e senza processo – per le idee che professano e diffondono. Una pagina di storia che ricorda i genocidi nazisti e altri crimini contro l’umanità ripercorsa con dichiarazioni, dati, confessioni e uno stile essenziale nel libro Una generazione scomparsa. I mondiali in Argentina del 1978, scritto da Daniele Biacchessi (Jaca Book, pp. 130, euro 14) che diventerà nei prossimi mesi anche un film, coi disegni in ldp (live digital painting) di Giulio Peranzoni, finanziato col crowdfunding. Aiutato dalla sentenza del processo italiano contro gli aguzzini di tre connazionali, Biacchessi mette in fila i casi di tante persone «illegalmente sequestrate, clandestinamente detenute, torturate e poi uccise», dalla notte delle matite spezzate (contro gli studenti delle scuole superiori) alla squadra di rugby di La Plata, atti precisi e puntuali, sulla base del rapporto «Nunca Mas», scritto dalla Comision Nacional sobre la Desaparicion de Personas, insediata dal governo Alfonsin nel 1984. Attraverso testimonianze viene fuori l’infamia degli ufficiali dell’Escuela de Mecanica de la Armada, l’Esma, una delle principali centrali di torture, quella incaricata dei voli della morte, la maniera per assassinare gli oppositori senza lasciare tracce. «Sono andato in cantina, dove c’erano quelli che avrebbero volato. Giù non restava nessuno. Fu loro detto che sarebbero stato trasferiti al Sud e che per questa ragione sarebbero stati vaccinati. Furono così vaccinati cioè fu loro somministrata una dose per intontirli, un sedativo. E così li si addormentava. Dopo sono stati messi su un camion della Marina, un camion verde con un telone – ricorda Alfredo Scilingo, capitano di corvetta, nel libro di Horacio Verbitsky, Il volo – Una volta che avevano perso i sensi venivano spogliati e quando il comandante, a seconda di dove si trovava l’aereo, dava l’ordine, si apriva lo sportello e venivano gettati di sotto nudi, a uno a uno», cadendo da tremila metri, il corpo e le ossa si rompevano contro quella superficie, i poveri resti venivano fagocitati dalle acque nere dell’oceano. Si tratta di fatti acclarati eppure leggere di sequestri di bambini, atti di tortura, prigionieri incappucciati e tenuti in catene, necessità fisiologiche alla presenza di carcerieri, uccisioni insensate fa ancora oggi venire i brividi e fa capire come si ipotizzino oltre cinquantamila desaparecidos, sparizioni. E poi il «Piano Condor», l’operazione militare segreta contro oppositori residenti all’estero, ideato dalla Cia per sostenere le dittature «amiche» nell’America del sud. Il campionato di calcio del 1978 diventa il mondiale della vergogna, con la giunta militare che vuole offrire lo spettacolo di un paese ordinato e tranquillo, con la nazionale albiceleste che batterà in finale l’Olanda per 3-1 e il capitano Passarella col trofeo in tribuna mentre Mario Kempes si rifiuterà di stringere la mano, lorda di sangue innocente, del generale Videla.A poche centinaia di metri dallo Estadio Monumental, anche gli ufficiali e i soldati dell’Esma festeggiano, esultando e abbracciando le loro vittime agonizzanti. Anche le Madri di Plaza de Mayo, il gruppo di donne che staziona davanti alla residenza presidenziale per chiedere notizie dei propri figli scomparsi, saranno vittime di agguati e uccisioni con membra senza vita ritrovati nelle insenature atlantiche. C’è poi l’ultimo colpo di coda dei militari, la guerra delle Falkland/Malvinas, perduta in pochi giorni, nel 1982, contro la Gran Bretagna. La generazione scomparsa non avrà giustizia nemmeno postuma perché le commissioni d’inchiesta insediate finiscono per mandare liberi (con l’indulto o con pene lievi) l’accolita di spregevoli assassini. Solo il presidente Pertini avrà il coraggio di mandare messaggi durissimi agli ipocriti vertici argentini «io ho protestato e protesto in nome dei diritti civili e umani e in difesa della memoria di inermi creature vittime di morte orrenda. È tutta l’umanità che deve sentirsi ferita e offesa».
Flaviano De Luca, “Una generazione da sterminare senza pietà, Il Manifesto.
“E’ un libro importante, questo di Daniele Bianchessi, che ne ha tratto anche un film, sotto la regia di Giulio Peranzoni (il DVD è allegato al volume). E’ la ricostruzione di quanto avvenuto in Argentina negli anni dal 1976 al 1983, la dittatura dei Colonnelli, la tragedia dei Desaparecidos. Pochi tentarono di opporsi, tra cui una squadra di rugby, il Plata Rugby Club, della cui rosa scomparvero in sedici. Nel 1978 l’Argentina organizzò e vinse il Mondiale di calcio (3-1 in finale sull’Olanda, in tribuna anche Licio Gelli, il Venerabile della P2) un evento diventato strumento di propaganda per il regime. A pochi metri dallo stadio della finale, a Buenos Aires, sorgeva l’Esculea de Mecanica de la Armada, L’Esma, uno dei centro di tortura più famigerati. Qui, per una sera, le uniche grida che si sentirono furono quelle determinate dalle prodezze di Kempes e compagni. Pochi giorni dopo, il Mondo conoscerà il coraggio delle Madri di Plaza de Mayo. Qualcosa, lentamente, stava cominciando a cambiare.” Massimo Grilli, Corriere dello sport
“L’importante libro storico di Daniele Biacchessi denuncia con una fitta e sempre ben documentata trattazione che in Argentina fino al 1983 si susseguono anni contrassegnati da numerosi governi militari e pochissimi esecutivi eletti con voto popolare e democratico. “L’Argentina subisce un colpo di Stato ogni dieci anni” scrive Biacchessi. “Nel 1955 una Junta militare elimina Peròn, chiude il Parlamento, la corte suprema di giustizia e impone lo stato d’assedio. Il capo dell’esercito scioglie tutte le istituzioni democratiche e ogni attività politica e sindacale, allaccia rapporti sempre più stretti con le alte autorità ecclesiastiche e con l’organizzazione clericale Opus Dei, che ottiene un importante ruolo governativo”. Nel frattempo, accanto ai montoneros, si organizza l’esercito rivoluzionario del popolo, un gruppo d’ispirazione trotzskista che mette in atto una resistenza urbana contro le forze armate e la polizia federale, e combatte contro la Junta militare al potere in Argentina dal 1966. Ma nel Paese intanto crescono le attività dell’Alleanza Anticomunista Argentina, una formazione paramilitare della destra eversiva con il sostegno delle forze armate, responsabile di omicidi e attentati contro militanti di sinistra, sindacalisti e peronisti di sinistra. Vengono impiegate le forze armate per la lotta contro i montoneros e i gruppi rivoluzionari resistenti, mentre gli squadroni della morte scorazzano per il paese con il privilegio di impunità totale. In Argentina vengono aboliti tutti i diritti civili, politici e sindacali. I golpisti non trovano alcuna resistenza e opposizione. Il vero obiettivo dei dittatori argentini è eliminare i loro nemici: militanti di sinistra, montoneros, peronisti, radicali, trotskisti. La persecuzione politica è clandestina, senza camionette e blindati. Nel centro di Buenos Aires tutto sembra continuare nella più assoluta normalità. Fino al 1983, l’Argentina di Videla si trasforma in un immenso campo di concentramento, non visibile, coperto da occhi indiscreti, ma che opprime un intero popolo nel terribile Olocausto argentino. L’Operazione Condor nasce dopo il colpo di Stato in Cile dell’11 settembre 1973. Progetta delitti e arresti illegali contro oppositori residenti all’estero. “Il segretario di Stato americano Henry Kissinger è certamente a conoscenza dell’Operazione Condor, tramite i suoi rapporti accertati con Contreras, con la C.I.A. e altri apparati internazionali coinvolti”. I killer dell’Operazione Condor si servono anche di uomini della destra eversiva italiana. A sostegno delle madri di Plaza de Mayo si contano innumerevoli concerti e canzoni come “Madri dei Desaparecidos” del gruppo irlandese U2 e di Sting, l’ex leader dei Police. Dopo l’arresto dei loro genitori, dopo la nascita in carcere, centinaia di bambini ancora in fasce vengono affidati a famiglie di militari e a membri dell’alta borghesia, legati alla dittatura. I genitori naturali vengono invece torturati e poi uccisi, gettati dagli aerei nei voli della morte e sepolti in fosse comuni: desaparecidos. Questi fatti, che scuotono le coscienze del mondo civile, si accompagnano alla miseria programmata imposta dalla politica economica del governo dittatoriale, in cui va ricercata la spiegazione di questi gravissimi crimini contro l’umanità, che coinvolgono il sistema delle multinazionali americane e internazionali, volto a strozzare l’Argentina. “La dittatura, privatizzando le banche ha messo i risparmi e il credito nazionale nelle mani delle banche straniere e indennizzando la Itt e la Siemens, ha premiato le imprese che hanno truffato lo Stato, aumentando i profitti della Shell e della Esso” come scrive il giornalista, scrittore e intellettuale Rodolfo Walsh, in una lettera al governo militare, in cui denuncia i crimini della dittatura.. “I lavori portati a termine per i campionati mondiali del 1978 offrono agli osservatori internazionali un falso prototipo di efficienza, ordine e tranquillità dell’Argentina sotto il regime militare” denuncia Biacchessi nella trattazione storica. “E in Italia? in Italia il problema del regime argentino e della repressione quasi non esiste. La stampa italiana si limita a occuparsi del fatto sportivo e non approfondisce l’analisi della situazione politica e sociale del Paese. Le manifestazione delle madri di Plaza de Mayo vengono ignorate dai nostri mezzi di informazione. La dittatura Argentina cercò di utilizzare il mondiale del 1978 per coprire i crimini terribili che stava commettendo”. Licio Gelli ha intessuto una grande rete di rapporti in Argentina con personaggi di alto livello della politica, dell’economia, della finanza così vasta da consentirgli di acquisire privilegi impensabili per un qualsiasi cittadino straniero. Lo stesso colpo di Stato dei generali con il loro programma chiamato “Processo di Riorganizzazione Nazionale” risulta troppo simile al Piano di Rinascita della P2 e governo e diplomazia italiana scelgono il silenzio sul dramma dei diritti umani per non perdere la possibilità di fare affari con l’Argentina, attraverso cooperazioni e scambi commerciali. Il presidente della Repubblica Sandro Pertini esprime una totale indignazione, inviando un telegramma durissimo al governo argentino, denunciando l’agghiacciante cinismo del comunicato col quale si annuncia la morte di cittadini argentini e stranieri scomparsi in Argentina nei tragici anni trascorsi sotto la dittatura militare, collocando i responsabili fuori dall’umanità civile: “Esprimo lo sdegno e la protesta mia e del popolo italiano in nome degli elementari diritti umani, così crudelmente scherniti e calpestati”, scrive il nostro Presidente Partigiano.”. Laura Tussi, Peacelink
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